Duomo Abbaziale Di Santa Tecla (1690-1702).

Il Duomo di Santa Tecla a Este è il più antico e noto luogo di culto della città, sorto sulle ceneri di una antica chiesa paleocristiana, distrutta da un terremoto nel 1688. La sua fondazione risale probabilmente al IV-V secolo d.C., quando sui resti di un preesistente tempio pagano venne costruita la pieve dedicata a Santa Tecla, vergine e martire originaria dell’Anatolia. Durante l’epoca medievale l’edificio fu progressivamente ingrandito e la chiesa arrivò ad avere cinque navate. Durante i lavori di restauro effettuati tra il 1583 e il 1592, seguendo il progetto di Vincenzo Scamozzi, la facciata venne ricostruita verso il nuovo centro che nel frattempo si era venuto a creare. Nel 1688 il terremoto danneggiò gravemente l’edificio religioso, che venne demolito e ricostruito. L’architetto veneziano Antonio Gaspari progettò un’opera architettonica di impianto barocco unica nel suo genere, dall’originale pianta ovale ed architettura obliqua. I lavori si protrassero fino al terzo decennio del ‘700 con opere di abbellimento che non portarono però all’esecuzione della facciata, la quale, secondo il progetto del Gaspari, doveva essere riccamente ricoperta di marmi e statue. Il Duomo di Santa Tecla a Este racchiude al suo interno un gran numero di opere d’arte settecentesche di nomi illustri come Tiepolo, Corradini, Grigoletti, Zanchi e Amigoni. L’opera d’arte più celebre è sicuramente la grande pala d’altare – attualmente in fase di ripristino – collocata nell’abside raffigurante Santa Tecla, che intercede presso il Padre Eterno per la liberazione della città dalla peste del 1630, realizzata da Giovan Battista Tiepolo nel 1759. La tela di notevoli dimensioni è considerato il capolavoro tra i dipinti con soggetto sacro del famoso artista veneziano. Un’altra opera di grandissimo valore si trova a destra del presbiterio, nella cappella del Santissimo Sacramento. Si tratta del gruppo scultoreo raffigurante il Trionfo dell’Eucarestia del maestro veneziano Antonio Corradini. Il Duomo ospita sotto l’omonimo altare il corpo incorrotto della Beata Beatrice d’Este, la ”seconda patrona” della città.

Orari: ora solare: dalle ore 07.00 alle 11.45 e dalle ore 15.30 alle 17.00; ora legale: dalle ore 07.00 alle 11.45 e dalle ore 16.00 alle 18.00. La Domenica e nelle festività religiose é visitabile soltanto nell’orario pomeridiano. Ingresso libero


ll capolavoro di Giovan Battista Tiepolo: “Santa Tecla che prega l’Eterno Padre” (1759) è tornato nell’abside del Duomo.

La parrocchia di Santa Tecla di Este ha celebrato la festa del Natale 2020 con la ricollocazione definitiva della Pala di Santa Tecla del Tiepolo nell’Abside del Duomo.

24 dicembre 1759, Vigilia di Natale: la Pala d’altare che rappresenta Santa Tecla che prega l’Eterno Padre per la liberazione della città di Este dalla peste viene collocata nell’abside del Duomo alla presenza dell’autore, il famoso pittore veneziano Giovanbattista Tiepolo, accompagnato dal figlio Giandomenico.

Dopo 261 anni da quel significativo evento e diversi anni di meticoloso restauro, la Pala del Tiepolo viene collocata nuovamente nel Duomo e risplende con tutta la bellezza dei suoi colori. Un evento che la parrocchia avrebbe voluto festeggiare con grande solennità proprio in questo anno che celebra l’anniversario dei 250 anni dalla morte del Tiepolo, ma la pandemia da Covid-19 ha dilazionato i tempi delle celebrazioni.

Nel frattempo il Duomo, costruito tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700, è stato completamente restaurato, sia esternamente che internamente, evidenziando tutta la particolarità della sua originale architettura a forma ellittica.

Per otto lunghi anni, fino alla fine del 2020, il restauro della Pala del Tiepolo ha dovuto affrontare prima un minuzioso lavoro di pulitura, per far emergere la bellezza dei colori tipici del Tiepolo e poi la ricerca della soluzione ottimale per un telaio curvo che seguisse l’andamento del presbiterio, così come aveva voluto l’Autore.

Questo dipinto era stato preceduto da un modelletto (cm 80×45) che ora si trova al Metropolitan Museum di New York.